Diciamolo senza mezzi termini: con I racconti del libraio (Rizzoli), Martin Latham vince il premio di libraio dei sogni per tutti i lettori accaniti. In realtà quando l'ho comprato pensavo che fosse una raccolta di racconti o di bizzarrie capitate in libreria, ma in realtà non è così e questa volta la sorpresa è stata più che piacevole. I racconti del libraio finisce per essere una storia del libro parallela alla storia ufficiale, di cui segue le varie diramazioni mai esplorate: dal ruolo dei venditori ambulanti di letteratura di consumo, alle donne collezioniste e alla loro importanza nella nascita di alcune biblioteche, alla democratizzazione dell'accesso alle biblioteche, che nelle storie tradizionali del libro non è mai sottolineata abbastanza e nella quale persino un bacchettone come Dewey, quello della classificazione, ha fatto la sua parte, anche se oggi le commissioni di revisione della Dewey hanno un bel da fare a smussare gli spigoli della sua concezione tipicamente WASP della conoscenza. E' una raccolta di storie interessanti, nomi poco noti e, altro punto di merito, solo al termine l'autore ci racconta della sua personale esperienza, che peraltro è interessantissima, nelle librerie indipendenti, quelle piene di librai veri, non commessi, con una vera passione nel leggere e nel guidare (o rinunciare a guidare) chi entra in libreria. Librerie così ne sono rimaste poche ed è un peccato. O forse sono io che, nel panico di entrare in contatto con qualsiasi essere umano incluso quello dietro la cassa della libreria, mi perdo le occasioni di scoprire questi "librai dei sogni". Meno male che c'è questo libro.
Il consiglio bipolare: è un saggio e questo ha il suo pregio quando volete tenere a livello zero il carico emotivo delle vostre letture. "Ameno" è forse la parola giusta per questa lettura, intrattiene e affascina, rilassa, distrae.

Commenti
Posta un commento