In realtà il libro in questione è uno e il protagonista, Ignazio da Toledo, commercia in reliquie e non in libri. La storia è ambientata nel XIII secolo, tra Venezia e la Spagna alla ricerca di un ambitissimo libro, l'Uter ventorum, che promette il dominio sugli elementi e che è stato smembrato in più parti. Quando un nobile veneziano prospetta ad Ignazio la possibilità di recuperarlo, il mercante non resiste alla tentazione, anche perché significa sapere cosa ne è stato del suo amico Vivien de Narbonne: entrambi sono stati braccati da un tribunale ecclesiastico clandestino, la Saint-Vehme, la cui mano lunga si estende in tutta Europa e Ignazio è ancora un fuggiasco...
Gli ingredienti del genere ci sono tutti: un protagonista saggio (ma non sempre furbissimo...), un paio di comprimari fondamentali, che come al solito finisco per preferire al protagonista, azione, fughe, intrighi, doppiogiochisti. In un'ambientazione storica niente male, il romanzo è abbastanza piacevole. Non ci si deve aspettare chissà che profondità dei personaggi, ma non è questo il punto. Si legge perché ci si gode l'avventura, le scene "trucide" sono ridotte al minimo e qui gli ipersensibili ringraziano. Ci sono alcuni colpi di scena che sono un po' forzati e altri che invece non sono scontati. Come faccio a dirvelo senza spoiler? L'unica parte che proprio non mi è piaciuta perché "fiacca" è l'epilogo: dopo la scena madre in cui si arriva al culmine della vicenda, tutto quello che viene dopo è abbastanza scialbo e, a meno che non prepari qualcosa che verrà nei due romanzi successivi, poteva essere risparmiato o almeno essere portato all'altezza del resto.
Il consiglio bipolare: si sa che se siete facilmente impressionabili i romanzi con una certa tensione andrebbero evitati. Però in questo caso è un'indicazione che va bene solo se la vostra ipersensibilità è in uno stato estremo: per il resto è un buon romanzo da leggere se vi piace il genere misteri e intrighi in un contesto storico.

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